Murale di Cerbara
MURALE DI CERBARA – Il murale è stato realizzato nel 2021 a Cerbara dall’artista Natale Patrizi, in arte Agrà, per rievocare la battaglia avvenuta nella piana del fiume Metauro nel 207 a.C., quando l’esercito di trentamila uomini del cartaginese Asdrubale Barca, fratello di Annibale, con i suoi elefanti, fu sconfitto dai consoli romani Gaio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore, uno scontro epico che divenne cruciale per l’esito della Seconda Guerra Punica a favore di quest’ultimi. L’opera pittorica, che si sviluppa su una lunghezza di 114 metri per un’altezza di quasi 3 metri, è stata realizzata su di un muro di contenimento di un corso d’acqua artificiale che alimenta una piccola centrale idroelettrica dell’ENEL. L’artista ha utilizzato l’antica tecnica di pittura “a calce” senza l’uso di colori, ricavando le sagome delle figure da rappresentare dallo strato vegetale di muschi, licheni e muffe, che ricopre la massicciata. Il risultato è stupefacente: una sterminata sequenza di sagome contornate di bianco, forme plastiche in chiaroscuro che sembrano emergere dal nulla, figure contorte di uomini e animali contrapposti in sfide cruente, volti distorti in smorfie di dolore, corpi stremati dalla lotta e mutilati dalle armi, soverchiati dalla forza dei pachidermi e sopraffatti dall’impeto dei combattimenti. Nel giro di pochissimo tempo, da muro degradato e abbandonato, il sito è diventato un’apprezzata meta turistica per studiosi, fotografi e visitatori provenienti da diverse parti d’Italia e dall’estero.
MURALE DI CERBARA – Il murale è stato realizzato nel 2021 a Cerbara dall’artista Natale Patrizi, in arte Agrà, per rievocare la battaglia avvenuta nella piana del fiume Metauro nel 207 a.C., quando l’esercito di trentamila uomini del cartaginese Asdrubale Barca, fratello di Annibale, con i suoi elefanti, fu sconfitto dai consoli romani Gaio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore, uno scontro epico che divenne cruciale per l’esito della Seconda Guerra Punica a favore di quest’ultimi. L’opera pittorica, che si sviluppa su una lunghezza di 114 metri per un’altezza di quasi 3 metri, è stata realizzata su di un muro di contenimento di un corso d’acqua artificiale che alimenta una piccola centrale idroelettrica dell’ENEL. L’artista ha utilizzato l’antica tecnica di pittura “a calce” senza l’uso di colori, ricavando le sagome delle figure da rappresentare dallo strato vegetale di muschi, licheni e muffe, che ricopre la massicciata. Il risultato è stupefacente: una sterminata sequenza di sagome contornate di bianco, forme plastiche in chiaroscuro che sembrano emergere dal nulla, figure contorte di uomini e animali contrapposti in sfide cruente, volti distorti in smorfie di dolore, corpi stremati dalla lotta e mutilati dalle armi, soverchiati dalla forza dei pachidermi e sopraffatti dall’impeto dei combattimenti. Nel giro di pochissimo tempo, da muro degradato e abbandonato, il sito è diventato un’apprezzata meta turistica per studiosi, fotografi e visitatori provenienti da diverse parti d’Italia e dall’estero.
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Via Cerbara, 26, 61030 Cerbara PU
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